Uno sguardo da vicino e analisi ergonomiche
Analizziamo ora il BenQ GW2250M appena estratto dalla scatola. Un adesivo presente sull’angolo sinistro riporta le stesse informazioni indicate anche sulla scatola e l’intera cornice è stata coperta da un sottile strato di plastica.
Colpisce subito all’occhio il rivestimento opaco molto leggero, che potremo indicare come semi-glossy. Questo infatti si interpone a metà via tra un pannello con rivestimento più “spesso” e uno di tipo lucido. L’adozione di una simile pellicola può trarre consensi favorevoli da chi nota troppa granulosità in pannelli opachi (in genere associati a matrici IPS) e da chi non digerisce l’eccessiva presenza di riflessi restituita dai pannelli glare.
Tutta la struttura frontale è in plastica nera lucida, ma la cornice laterale non particolarmente sottile (25 mm), compromette in parte un sistema multi-monitor in modalità estesa. La base di contatto con il tavolo è dotata di quattro gommini che assicurano una buona tenuta senza creare eccessiva adesione; questo permette al monitor di essere spostato senza doverlo sollevare.
Nella zona posteriore troviamo i quattro fori con compatibilità VESA 100x100 mm per fissare il monitor a un supporto a parete. Dal lato connessioni notiamo da una parte gli ingressi video DVI-D e D-Sub, mentre dall’altra le linee in entrata e uscita dell’audio e il connettore per l’alimentazione. Non è presente un raccoglitore cavi dietro al supporto.
Sul lato destro sono presenti 6 tasti fisici per interagire con il menù OSD del monitor e sulla parte frontale vengono riportati i simboli delle funzioni a cui fanno riferimento.
L’ergonomia è molto limitata e il BenQ GW2250M può essere solamente inclinato da -5° a +15°. Maggiore flessibilità e funzione pivot, sarebbero state ben accette su un monitor polivalente.